Bar. Movimenti, confusione, grida di camerieri, fumo di sigaretta soffuso, aspirata, esalata. Odore di birra stantio nel recupero scolo.
Vermouth, gin, tequila, whisky, bottiglie sacrificali con la testa all’ingiù ad affogare paure e sofferenze nelle gole dei clienti, o forse a regalare solo un pò d’allegria.
Bicchieri da taverna, fraschetta romana incolonnati su scaffali di seconda mano sulla sinistra; la cassa, un PC con S.O. Window adagiata poco più in là all’angolo. Dall’altra parte bicchieri da vino con scalinate da podio per Malibù, Bayleys, Khalua … Nel mezzo mani impazzite del barista a preparare caffè, sistemare tazzine, pulire macchie … sembra che suoni il piano. Se si sposta lo specchio dell’iride un po’ più in alto una striscia di lavagna nera elenca i caduti di una guerra sempre persa: Bloody Mary, Cahipirina, Long Island, Cubalibre, Margarita, Tequila Sunrise, Black Russian … birre … vini … Chatauex … Chatauex, Chatauex.
Se guardi dritto la vetrina dietro la macchina del caffè mostra tetti grigi delle case parigine accarezzati in una prospettiva anomala dai rami degli alberi spogli, da nuvole bianche e sprazzi d’azzurro del cielo. Se si stringono ancora le palpebre come feritoie, si può osservare ancora più in là i contorni della propria anima. Lo specchio dell’io riflesso sulla superficie immobile di un bicchiere di vino rosso, nell’acciaio della macchina del caffè, nel cristallo della vetrina, nel profondo dell’orizzonte.
Ancora più a destra altri bicchieri, da birra; subito dopo ceste per pane e baguette pronte per essere tagliate e servite. Poster affissi sulla parete: Roman Cinque Trigami, Cuba Feliz, Picon “Un Centenarie” 1937, iconografia nera di un addome di donna incinta “Les Yeux Fertilies”, indicazioni della toilette … Aeratore metallico che scorre a ventaglio da sopra l’entrata del bagno fino all’altra ala dove commensali degustano lecconie locali.
L’occhio ritorna dietro il bancone. In basso, da uno sportello aperto si affacciano curiose bottiglie di Cocacola, Fanta, sciroppi vari e varietà di the. Sopra la macina per il caffè, chicci neri, lacrime congelate in una poltiglia scura per essere macinate, diluite con un pizzico d’acqua da mandar giù. Aroma dolce amaro da inebriare la mente, da far fluire i pensieri.