Un attimo prima


La macchina corre lenta rispetto alla reale potenza. Il braccio appoggiato al finestrino, l’afa insopportabile. Cerco di tenermi sveglio osservando il paesaggio intorno. Il corpo è stanco. Solo un’ora e venti di sonno. Sonno? Forse lo si potrebbe chiamare dormiveglia. Invidio Ismail che starà già dormendo dopo la lunga giornata, dovrei fare altrettanto ma una voce dentro mi tiene sveglio.

La mente è percorsa da mille pensieri: penso al mio passato,a ciò che è stato fino adesso e a quello che mi presenta il futuro. Lo sguardo si appanna. Non è nè la pioggia nè il caldo della città a sfumare i contorni. È la labilità del cervello dovuta al poco riposo. Le prospettive dell’iride si distorcono, così i pensieri e la percezione. Per un attimo mi immedesimo in un possibile interrogatorio delle SS a un detenuto nei lager nazisti. All’improvviso sento un forte bisogno di andare a visitare mio padre. Recentemente è spesso nei miei pensieri.

Non accelero, anche se fremo per andare a fargli visita. Vorrei incontrarlo solo. Solo io e lui. Sono cosciente di pensarci spesso, ma oggi mi sembra una necessità impellente. Un bisogno della carne. Proseguo il percorso stabilito dalla strada. È alienante pensare quanto siamo costretti nei tragitti quotidiani: la ruota segue il manto nero. Forse ci è dato scegliere quale striscia percorrere, però c’è sempre il bisogno di ottimizzare il tempo che a poco a poco consuma la mente. Penso alla Francia, a cosa mi attenderà lì. Sono cosciente che partire è una  decisione da cui non posso più tornare indietro, pensare di rimanere qui senza lei mi sembra di morire. Ho paura. Mi dico che è anche un bene. Questo è un grande bivio, da qui dipende quale Yussef esisterà in questo mondo.

Quale agente chimico, o quale molecola nel cervello può essere stimolata dalla stanchezza al punto tale di accelerare i pensieri in modo irrefrenabile? Confuso ma con una lucida logicità mi ritrovo a non essere già più qui. Quale acido interagisce con i neuroni? quale campo magnetico cerebrale aziona i campi elettrici della mente? Preso da queste divagazioni non mi rendo conto che non sto più andando da mio padre. La sua foto rimarrà affissa su qul loculo ad attendere un altro incontro. Mi ritrovo invece sotto casa di Marie a Garden City. Parcheggio e socchiudo gli occhi. Non mi è permesso di chiamarla. Fino a quando il nostro sarà un amore clandestino?

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