Recensione su Repubblica online
DATE PRESENTAZIONI FEBBRAIO MARZO 2013:
17 febbraio Roma Libreria Griot
22 febbraio Napoli Libreria Ubik
1 marzo Milano Arci Corvetto h. 21.00
7 marzo Napoli LUETEC h. 17.30
11 marzo Caivano (NA) Biblioteca comunale h. 17.00
12 marzo Martina Franca (TA)
14 marzo Roma Ufficio Culturale Egiziano h.18.30
15 marzo Cagliari Facoltà di Scienze Sociali e delle Istituzioni
Letture de “Le voci di piazza Tahrir” di Alessandro Quasimodo
Recensioni e consigli di lettura sui/dei giornali de “Le voci di piazza Tahrir”
Video di incontri e presentazioni de “Le voci di piazza Tahrir”
Date presentazioni dicembre 2012
Sinossi
Un racconto coinvolgente ed entusiasmante dei primi giorni della Rivoluzione egiziana, un personale resoconto degli avvenimenti contestuali e successivi le dimissioni di Mubarak, che hanno dato speranza ad un popolo. A parlarne è uno straniero, un giornalista che vive dal 2006 a Il Cairo, attraverso la propria esperienza e quella di chi ha aspettato e desiderato questa Rivoluzione. Un quadro complesso e realistico viene dipinto dalle voci dalla gente di piazza Tahrir, scrittori, artisti, blogger ma anche politici, i protagonisti della “Primavera Araba”, intervistati dall’autore durante l’evolversi politico delle vicende. Emblematica è l’intervista all’allora non ancora Presidente della Repubblica, Mohamed Morsi, che mostra la mediazione e la sagacia politica dell’intera organizzazione dei Fratelli Musulmani.
Il diario di quei giorni di euforia segue gli avvenimenti della fine del 2011 e il lettore ritrova lo stesso pathos con cui lo scrittore ha vissuto la svolta egiziana nella descrizione degli scontri cruenti di via Moahmed Mahmud, uno scorcio avvincente tra i bagliori degli spari e i fumi dei lacrimogeni.
La post-rivoluzione con i suoi interrogativi e i suoi attori politici prende forma nell’analisi sviluppata da Vincenzo Mattei che, con estrema lucidità, trae le somme di una situazione ancora in bilico. La valutazione socio-politica delle forze in campo, dagli Shabeb, i ragazzi della piazza (che rischiano per mancanza di organizzazione di rimanere emarginati dall’evolversi della Rivoluzione), ai Fratelli Musulmani, relativi vincitori, fino ai militari, inizialmente alleati della Rivoluzione e successivamente abili destabilizzatori sociali, evidenzia quanto l’Occidente non abbia realmente compreso cosa si urlava nella piazza della capitale egizia. Amarezza e disillusione ma anche speranza nelle voci che arrivano dall’Egitto.