Pensieri durante la stesura di un libro


Il tempo passa, scorre, ascolto questa musica, un ricordo che rievoca altri ricordi. Una melodia che trafigge il tempo.
Ci sono persone andate vie, scomparse, come meteore che illumina e che lasciano la scia di qualcosa da carpire che non si riesce a percepire. Scrivo nel mio mood. Ho ripreso a fumare e a bere mentre scrivo, ma è una combinazione di incastri di fasi, di tempi, di andature, di volti e di anime che sono passate. Dov’è l’incontro? Dov’è quella passione che sviscera, le battute e l’inchiostro elettronico scorrono, insieme a questa musica e la consapevolezza che siamo di passaggio, così lasciamo tracce di noi, per evitare di essere dimenticati, per ricordare che siamo esistiti. Ma tutto questo dove porta? Quale è il punto di confine tra la solitudine e la sofferenza? Dove sono i figli mai nati? E le donne amate? Volti che ritornano, che appaiono nella loro forza mentre tutto scorre infinito verso l’annientamento, verso l’indifferenza sofferta, verso l’isolamento di chi rimane in sospeso. Le parole descrivono la miseria e la lotta dell’essere umano, circoscrivono una parentesi, un suono familiare, un profumo familiare …. e più passa il tempo e più quel momento si allontana, lasciando lo strascico del vuoto, di un vuoto pieno ma effimero.
A pochi km da me la gente muore e lotta, mentre scrivo la loro storia, mentre immagino il loro futuro che non conoscono, un’ipotesi di ciò che forse solo i loro figli vedranno, mentre i padri muoiono, le madri piangono e la favole nascono. I personaggi sono gente che diventerà solo la figura di quello che sono, le azioni solo ricordi travisati, le loro gesta solo un inizio. Che cosa rimarrà di loro? Che cosa rimarrà di ognuno? Un bambino nasce, una speranza nasce; lui cresce, noi invecchiamo dietro l’illusione di rimanere sempre gli stessi mentre le rughe solcano il viso e lasciano il posto solo ai ricordi, ai momenti ai quali ci aggrappiamo e che rimangono gli unici impressi dietro la maschera della realtà.
Tutto giace, in attesa, nella penombra della città silenziosa mentre qualcuno accende una luce in lontananza dietro una finestra. Una sagoma sconosciuta ma così familiare, un movimento conosciuto, un incontro inaspettato. In città le persone portano avanti la loro lotta quotidiana per un messaggio da mandare al futuro, mentre altri milioni guardano fuori dalle loro finestre, sospesi in una realtà che non conoscono. Tu sei distante, quanto tempo è passato tra noi? Quanta distanza abbiamo messo tra i nostri corpi? Dove ci rincontreremo? Ci rincontreremo?

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