In primo luogo un sentito ringraziamento a Itinerari Paralleli per aver organizzato la presentazione-incontro.
Ieri alla presentazione il giornalista Paolo di Giannantonio è intervenuto domandandosi se quella egiziana fosse veramente una rivoluzione o solamente una rivolta o un moto. La domanda retorica era incentrata sul modello occidentale di rivoluzione che deve necessariamente portare a un cambio di regime. Tutte le rivoluzioni insegnano che questo è un processo, che il percorso è lungo, che non basta eliminare la testa (Mubarak o Luigi XVII), ci vogliono anni e anni perché il sistema possa essere cambiato da dentro. La stessa rivoluzione francese ha vissuto fasi, alcune di terrore, fino a sfociare nella dittatura napoleonica. Non è possibile fare previsioni su quello che accadrà in Egitto nei prossimi anni, sicuramente si assiste a un processo che è in essere ed in evoluzione ogni giorno. Ritengo riduttivo apostrofare la rivoluzione egiziana come una rivolta o un moto, è troppo presto per emanare sentenze definitive su un percorso appena agli inizi.
(A breve i video)